Lo Psicodramma
Lo psicodramma è una tecnica clinica di gruppo che ha lo scopo di consentire un percorso individuativo di Sé, attraverso la ricerca su di sé e la scoperta delle proprie parti nascoste.
La terapia che viene realizzata in questi gruppi coniuga il percorso di scoperta individuale con lo svolgersi di un processo dinamico gruppale, il quale avrà come ritorno sull’individuo lo stimolo ad attivare zone buie di sé.
La parola Psicodramma è formata da Psico = anima e Dramma da drao = agisco, faccio. Quindi sembra che Psicodramma sia l’azione drammatica dell’anima, il poter mettere in azione / in scena la propria anima, il proprio mondo interiore.
Con lo Psicodramma ogni partecipante può narrare, e poi mettere in scena come un vero teatro dell’anima, le proprie emozioni, alcuni momenti di vita quotidiana, oppure scene di sogni, eventi accaduti.
Lo Psicodramma consente alla persona, attraverso questa messa in scena, di entrare in contatto con le varie parti della propria vita interiore, con i diversi ruoli ricoperti nella vita concreta, e con le differenti funzioni esercitate.
La persona che partecipa allo Psicodramma è messa nella condizione, in un luogo protetto e rassicurante, di ri-sperimentare, piuttosto che raccontare, i nodi significativi della sua esistenza, che troveranno uno scioglimento e un’integrazione con le altre parti di sé. Ogni scena proposta da un partecipante viene “giocata” grazie alla presenza di “attori” scelti dal protagonista fra i compagni di gruppo, che rappresenteranno, su indicazione del protagonista, le diverse parti dell’evento che si vuole rappresentare.
Ad esempio, il protagonista può portare al gruppo una difficoltà con un collega “prepotente” che vorrebbe stabilire tutto il lavoro comune senza tenere conto dell’esperienza del protagonista, le sue idee e le sue aspirazioni. Verrà in questo caso, ad esempio, portato in scena il luogo di lavoro, il collega e il protagonista.
Il soggetto dà il copione della scena che poi viene giocata. Il protagonista avrà l’occasione di parlare con il collega in un luogo simbolico, il gruppo, fuori dunque dal contesto reale, e potrà cogliere aspetti che nella realtà quotidiana non coglie e non vede. Il soggetto potrà poi scambiarsi con il collega, mettersi nei suoi panni e interpretare il suo ruolo, e potrà sperimentare dal di dentro ciò che il collega normalmente gli fa vivere, ossia, nel nostro esempio, la prepotenza e l’arroganza; quando il soggetto tornerà nei propri panni con la conoscenza acquisita dell’altro, potrà entrare in contatto in modo nuovo ad esempio con la propria paura di essere mortificato, la propria sensazione di sudditanza e inferiorità, i desideri aggressivi e difensivi nei suoi confronti, eccetera.
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