Le ricerche ci aiutano a conoscere sempre meglio quali sono le condizioni di sviluppo della depressione. Si è chiarito per esempio che nei soggetti depressi è più attiva la concatenazione di eventi neurofisiologici che osserviamo normalmente come reazione allo stress. Si tratta di processi che coinvolgono il sistema endocrino, immunitario e il sistema nervoso e che prevedono come in una catena di eventi, un aumento del fattore di rilascio della corticotropina (CRF) in una piccola area che si trova nel cervello chiamata ipotalamo, che a sua volta produce un aumento dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH), che è responsabile dell’aumento del tasso di cortisolo, il quale causa una alterazione del sistema serotoninergico, che sembra essere infine un fattore importante implicato nella depressione.
Questa catena biochimica può essere “accesa” come un interruttore in due modi: nel primo caso da eventi stressanti importanti e imponenti che si abbattono come una tempesta sul nostro equilibrio emotivo (fattori stressanti molto potenti possono essere la morte di una persona cara, violenze, gravi problemi coniugali, separazioni o divorzi, ecc.).
Nel secondo caso invece, succede che in virtù di esperienze precoci, di trascuratezza, abuso, abbandono, o separazione, la soglia di attivazione della catena biochimica suddetta, è talmente bassa che anche eventi insignificanti, potranno attivarla e produrre un vissuto depressivo. Un esempio può essere quello di pazienti che denunciano un disturbo depressivo nei mesi successivi a un trasloco. In questi casi si potrà constatare per esempio, che nell’universo simbolico ed affettivo di quel soggetto, il fatto di cambiare casa, si lega in qualche modo ai temi della separazione e dell’abbandono, e che quei temi hanno avuto a propria volta un ruolo importante nella sua esperienza vitale precoce.
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