Disturbo della condotta
Il disturbo della condotta è caratterizzato da un comportamento di violazione dei diritti e delle regole, da una grande labilità affettiva e impulsività, e da una ridotta capacità empatica o di comprensione dei vissuti propri e degli altri coinvolti. Il disturbo porta il bambino o il ragazzo a mettere in atto dei comportamenti violenti, di danno intenzionale a cose, persone o animali, con violazione delle regole e scarsa capacità di comportarsi in modo socialmente accettabile.
Sintomatologia: come si manifesta il disturbo della condotta?
Il disturbo della condotta si manifesta in modo molto evidente a livello comportamentale, in quanto porta il bambino o ragazzo a compiere delle azioni molto forti che riguardano principalmente: aggressioni a persone e/o animali (egli minaccia, fa atti di bullismo, inizia le risse, ferisce persone e animali, fino ad usare alcuni strumenti come armi per compiere le sue gesta, o a spingere qualcuno in pratiche sessuali contro la sua volontà); danni a cose e proprietà (spesso appiccando il fuoco, ma anche con atti di vandalismo); furti e inganni (ruba introducendosi in proprietà altrui, oppure al supermercato e così via); violazioni gravi delle regole (fugge di casa, oppure prima dei 13 anni esce la notte nonostante il divieto dei genitori, marina la scuola).
L’espressione comportamentale del disturbo è la più evidente, ma in alcuni casi è anche chiara la compromissione nell’affettività e nella percezione del sé e degli altri, in quanto è presente un deficit nella gestione e comprensione delle emozioni prosociali. Questo deficit si può manifestare in diverse aree, che riguardano principalmente: mancanza di senso di colpa o rimorso (assenza di preoccupazione per le conseguenze delle proprie azioni; assenza di senso di colpa, anche quando colti sul fatto); mancanza di empatia (appaiono freddi e insensibili; non si preoccupano di quello che provano le “vittime”); mancanza di preoccupazione per i risultati (non si impegnano in nessuna attività e i scarsi risultati vengono imputati agli altri e non a sé); superficialità affettiva (le emozioni compaiono raramente e, se mostrate, sono superficiali o usate a fini manipolatori o intimidatori).
Le manifestazioni del disturbo variano notevolmente in base all’età, alla forza, alle abilità cognitive e alla maturità sessuale del ragazzo.
Il vissuto soggettivo. Come si sentono i bambini con disturbo della condotta?
I bambini o ragazzi con un disturbo della condotta non paiono in grado di valutare correttamente il proprio vissuto o quello degli altri. Possono interpretare in modo scorretto il comportamento degli altri, attribuendo loro intenzioni aggressive anche quando queste non sono presenti, e ciò li può portare ad azioni violente che poi giustificano proprio in base a questa errata interpretazione di partenza del vissuto degli altri.
La vita affettiva di questi bambini è caratterizzata da una certa impulsività: spesso sperimentano in modo immediato e inadeguato frustrazione o gratificazione, rabbia e soddisfazione; la regolazione affettiva pare carente. Alcuni bambini o ragazzi ammettono di provare piacere nel fare del male agli altri e di non avere rimorsi, ma non tutti sono così. Alcuni possono riuscire ad esprimere anche sentimenti di dolore o di paura, oppure un grave risentimento per i maltrattamenti subiti. Molto spesso si difendono da questi sentimenti allontanandosi emotivamente dagli altri, trattandoli con indifferenza, o illudendosi in un sentimento di invulnerabilità, che poi li porta spesso verso comportamenti ad alto rischio o a consolidare comportamenti devianti.
Le relazioni con gli altri sono assenti o di breve durata; spesso gli altri vengono usati per raggiungere degli obiettivi, per manipolarli, per ottenere vantaggi, eccitazione, potere.
Diagnosi e terapia
Il disturbo della condotta può manifestarsi in età infantile, se alcuni sintomi vengono rilevati già prima dei 10 anni, oppure in età adolescenziale, se i sintomi risultano essere presenti solo in età successiva. Può in alcuni casi essere difficile individuare dalla raccolta dei dati anamnestici il periodo di prima insorgenza del disturbo.
Ci sono diversi fattori che possono contribuire allo sviluppo del disturbo della condotta, e tra queste alcune possono essere ricondotte a relazioni infantili inadeguate, abuso infantile, esperienze traumatiche, ma anche danni cerebrali, vulnerabilità genetica, nonché disturbi dell’umore o dell’attenzione.
Spesso infatti questo tipo di disturbo si presenta in associazione con altri disturbi quali ADHD, disturbo oppositivo provocatorio o difficoltà del neurosviluppo. È necessaria quindi una attenta diagnosi differenziale, se possibile raccogliendo i dati anamnestici da più fonti (es. genitori, insegnanti) visto che spesso i bambini o ragazzi con questo disturbo non sono in grado di valutare correttamente le proprie azioni o le minimizzano. La scarsa accessibilità ai vissuti propri e degli altri è uno dei primi punti sui quali sarà opportuno iniziare un percorso di psicoterapia; sarà allo stesso tempo fondamentale indagare eventuali fattori (quali relazioni infantili inadeguate, esperienze traumatiche, ecc.) che hanno favorito l’insorgere del disturbo.
La terapia deve prendere in considerazione l’eventuale presenza di più disturbi ed il progetto terapeutico deve essere costruito sulla base di essi.
L’età di insorgenza del disturbo può essere un indicatore rispetto alla prognosi e ai futuri esiti: il disturbo con insorgenza in età adolescenziale ha di solito esiti maggiormente favorevoli del disturbo con insorgenza in età precoce.
Ad ogni modo il disturbo, se non trattato in tempo, può cronicizzarsi, impedendo al ragazzo di adeguarsi alle richieste lavorative, famigliari, sociali della vita adulta, andando ad incrementare il rischio di sviluppare ulteriori condotte antisociali, nonché lo strutturarsi di altri disturbi psicopatologici. Una diagnosi e un intervento precoce consentono invece di ridurre i rischi di cronicizzazione della psicopatologia.
Per maggiori informazioni sul disturbo della condotta, contatta il CPP – Centro di Psicologia e Psicoterapia di Torino.
BIBLIOGRAFIA
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